Le giornate speciali: un altro sguardo – Luglio 2022

Dedichiamo questa news all’articolo che ha scritto un nostro papà, il gentilissimo signor Oasi Osmano, psicologo.
Molto costruttivo per noi vedere anche attraverso un’altra prospettiva, quella psicologica, il significato delle giornate speciali.

Un altro sguardo, molto interessante che riconferma quanto le giornate speciali muovano tutti noi, ognuno con la propria testa e la propria professione.

Diceva Roberta che la valenza formativa della Giornata Speciale è proprio quella che narra al bambino che tanti volgono lo sguardo a lui, aiutandoci a vedere meglio, perché mai lo sguardo di ognuno di noi, pur competente e saggio, è sufficiente a comprendere il bambino.

A noi, pedagogisti, alcuni amici formatori spesso dicono: attenzione, la mappa non è il territorio.
Per dire, che qualunque cosa tu osserverai, con tutta la cura che metterai, sempre il tuo sguardo sarà presente nell’osservazione. Per cui, chiedi sempre altri sguardi.

Davvero grazie ad Osmano che ci ha fatto vedere altro.
Buona lettura a tutti!

Note a margine della serata conclusiva sulle “giornate speciali”

L’ultimo evento che ha caratterizzato questo denso anno di attività, complice anche l’essere usciti dall’emergenza COVID, è stato quello dedicato alle “giornate speciali” degli scoiattoli di tutta la scuola. È stata l’occasione per ritornare sul significato e l’importanza di questa iniziativa, che inizia ad avere una sua consistenza storica

E allora: quale è il significato e l’importanza di questa iniziativa? Ve ne sono probabilmente diversi, ma qui ci focalizzeremo su quelli che ci sembrano essere i due più emergenti a livello psicologico.

In un momento dello sviluppo in cui si chiede al bambino il rispetto di regole e di confini via via più precisi, la “giornata speciale” costituisce un “ritorno al passato”, cioè a un funzionamento in cui è il desiderio e la sua realizzazione a essere messo in primo piano. Per dirla con le parole del padre della psicoanalisi, S.Freud, mentre ti stai cercando di abituare al Principio di realtà, hai la possibilità di vivere una giornata seguendo il Principio di piacere. Per meglio capire la presenza di questi due principi, potremmo pensare anche a noi adulti: benché, infatti, noi si sappia bene che la vita si costruisca a partire dal nostro modo di adattarci e regolarci sulle richieste che la realtà ci impone (orari di lavoro, impegni familiari, ecc.), l’attrazione esercitata da occasioni in cui possiamo fare temporaneamente a meno di ottemperare a tali richieste è innegabile (sollevamento da responsabilità impegnative, giorni di vacanza, ecc.).

Descritto così, sembrerebbe che il momento della giornata speciale sia solo volto a rendere felici i nostri bambini, così come potrebbe rendere tali noi adulti la prospettiva di una vacanza. In realtà non è così.

Veniamo allora al secondo importante possibile significato di questa iniziativa. Esso si basa sul concetto di identificazione e sulla dialettica tra Io reale e Ideale dell’Io. L’identificazione è un importante meccanismo di difesa, che ha un fondamentale risvolto nel processo di crescita. Identificarmi con qualcuno, in primis con il genitore dello stesso sesso, costituisce un potente antidoto contro le prove e le paure che la vita comincia a porre davanti anche a me bambino. Val la pena sottolineare che, proprio durante le scuole materne, i bambini entrano in contatto con le prime figure adulte “altre” rispetto a quelle della stretta cerchia familiare (e con più consapevolezza rispetto a quanto possa accadere al nido). Nello stesso tempo, il bambino sente dentro sé una spinta volta alla propria realizzazione, che va al di là dei confini familiari o che da essi prende solo spunto (lo scienziato, il pasticcere, ecc.). Questa spinta costituisce quello che, sempre S.Freud, chiamò Ideale dell’Io. Esso risponde alla domanda: che cosa vorrò diventare da grande? La cosa straordinaria è che, nella prima infanzia, Ideale dell’Io e Io reale possono coincidere. Detto in altre parole, io posso essere realmente ciò che idealmente desidero essere. È ovvio – e questo noi adulti lo sappiamo bene – che si tratta di una sorta di “illusione”. Ma è, per così dire, costruttiva. Costituisce, infatti, una straordinaria fonte di energia e di motivazione alla crescita. Essa va supportata e sostenuta dai genitori; in altre parole, anche il genitore deve crederci e dovrà poi affiancare il figlio nell’importante confronto imposto dalla realtà.

Osmano Oasi